Casa Carducci: la casa-biblioteca-archivio e la casa museo
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.3035-1936/20325Parole chiave:
Carducci, Sorbelli, restauro, biblioteca-archivio, casa-museoAbstract
Si ripercorre brevemente la storia centenaria di Casa Carducci con l’intento di mettere a fuoco la fisonomia affatto originale dell’istituto proprietà del Comune di Bologna, aperto al pubblico nel 1921. Casa Carducci offre infatti, nel duplice assetto di biblioteca-archivio e di casa museo, grazie alla fedele ricostruzione del Bibliotecario dell’Archiginnasio – Albano Sorbelli – un esempio straordinario di unità e integrità di raccolte documentarie (libri, manoscritti, carte epistolari…) e museali (arredi, suppellettili di vario genere…) che non ha trovato riscontro per molti anni nel panorama culturale italiano. Un modello unico, almeno fino a quando, solo nella seconda metà del Novecento, altri contenitori dai molteplici contenuti legati a protagonisti della nostra scrittura letteraria, non diverranno patrimonio della collettività. Si ricordano, fra i beni culturali giunti integri alla fruizione pubblica, il Vittoriale di d’Annunzio, Casa Pascoli a Castelvecchio di Barga, Casa Moretti a Cesenatico, Palazzo Leopardi a Recanati, Casa Pirandello e Casa Moravia a Roma. Queste dimore illustri sono soprattutto per noi ‘fucine’, per dirla con un’espressione cara a Giosue Carducci, se è vero che i documenti custoditi nelle loro biblioteche-archivio, tutt’altro che silenziosi e immobili testimoni di un tempo trascorso, continuano a vivere nelle nostre esplorazioni e ricerche sull’Ottocento e Novecento.
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